Il
sito archeologico di Tiscali si trova all’interno di un enorme dolina
formatasi in tempi remoti, a seguito di un crollo tettonico, sul monte
omonimo situato nella parte terminale della bellissima valle di Lanaittu.
Il villaggio venne fatto conoscere dallo storico Ettore Pais intorno al
1910 e successivamente dall’archeologo Taramelli nel 1927, e secondo i due
studiosi il villaggio di Tiscali, classificato come un insediamento
civile, fungeva da rifugio durante la conquista della Sardegna da parte
dei Romani.
Il posizionamento del villaggio all’interno della grotta ha fatto si che
questo fosse riparato e protetto dalle incursioni, inoltre una grossa
fenditura nella parete permetteva di dominare la vallata di Lanaittu senza
essere visti.
L’insediamento è composto da due gruppi di capanne, un primo gruppo si
trova alla nostra destra come entriamo, esso è composto da una quarantina
di costruzioni circolari o ellittiche, più avanti si trova un secondo
gruppo di una trentina circa di capanne quasi tutte rettangolari, che si
ipotizza avessero una funzione diversa dalle prime.
Le costruzioni, datate tra il IX e VIII sec. a.C si trovano addossate
alle pareti della grotta, ed erano costruite con delle pietre calcaree
tenute assieme da una malta composta da terreno argilloso, ghiaia ed
inerti organici, il tutto poi allisciato con la malta.
Per quanto concerne il tetto, a differenza dei nuraghi, sono tenuti da dei
tronchi di ginepro o di terebinto.
In alcune capanne è possibile osservare due fasi costruttive, una più
antica costituita da uno zoccolo realizzato con pietre di grandi
dimensioni a secco, simile alle costruzioni nuragiche, e poi una parte
sovrastante con pietre di minori dimensioni tenute assieme con la malta.
Fino ad ora si possono fare solo delle ipotesi, e se dovessero essere
confermate dagli scavi il villaggio di Tiscali darebbe molte indicazioni
circa la fine della civiltà Nuragica e rappresenterebbe l’unico abitato
attribuibile alle Civitates Barbarie, ovvero la Barbaria Sarda. |