Arrivati
al Km 177.5 della SS 125 (Orientale Sarda) nel tratto tra Dorgali-Baunei,
si svolta a destra in corrispondenza del bivio “Genna e Croce” su una
strada che passa sopra l’abitato di Urzulei e la si segue fino ad arrivare
nella piana di Campo Oddeu, un pianoro brullo e spoglio ma piuttosto
affascinante.
Inizialmente la strada è asfaltata ma particolarmente sconnessa per la
presenza lungo la carreggiata di numerose pietre franate dal costone
roccioso che la fiancheggia
Dopo aver attraversato tutto il pianoro si comincia a scendere in
direzione del Rio Codula de Sa Mola, che più avanti prende il nome di
Codula Orbisi, e giunti all’altezza del fiume lo si attraversa con un
ponte di nuova costruzione; dopodiché la strada ricomincia a salire e si
inoltra all’interno di una fitta foresta di lecci e ginepri, fino ad
arrivare a Campo Bargios, punto riconoscibile per la presenza di un ovile
dotato di pannelli solari.
Si prosegue fino all’ovile di Sedda Arbaccas, la strada è abbastanza
percorribile, e nei punti più ripidi la pavimentazione è stata interamente
ricostruita in pietra.
Qui si posteggia l’auto ed inizia il Trekking a piedi.
Il tratto iniziale del sentiero è abbastanza evidente, la vegetazione và
diradandosi, e dopo aver attraversato una zona pianeggiante svolta
completamente a sinistra fino ad arrivare ad una biforcazione:
Procedendo verso destra si scende verso Pischina Urtadala, un’enorme
caverna all’interno del quale è presente un laghetto molto suggestivo ed
immortalato in alcune scene del film “Ballo a tre Passi” del regista Sardo
Cabiddu;
Se si segue il sentiero di sinistra invece, si scende su una stretta
cresta rocciosa denominata “S’Ischina ‘e s’Arraiga” che separa il rio
Flumineddu dal Rio Olbisi, e che termina a “Sa Giuntura”, punto d’incontro
tra i due fiumi che poi congiungendosi più avanti con il Rio Titione si
gettano nella gola di Gorroppu.
Da questo punto è possibile ammirare la cascata denominata Su Cunnu ‘e S’Ebba,
che in periodi di pioggia intensa diventa una valvola di sfogo per
l’acqua, che uscendo in pressione dalle viscere della montagna crea un
gran frastuono; molto affascinanti inoltre i laghetti pensili color
smeraldo che si trovano sotto di essa.
Attraversata la cresta e scesi nell’alveo del Flumineddu, in prossimità di
un grosso masso, si comincia a salire attraversando una radura posta tra
il Rio Titione e lo stesso Flumineddu.
Da questo punto in poi il trekking prosegue a vista non essendoci un
sentiero ben marcato in cui passare.
Si prosegue in direzione della Foresta di Sas Baddes e prima di inoltrarsi
completamente nel bosco di fronte a noi scorgiamo il Nuraghe Gorroppu.
Il Nuraghe, arroccato sui grandissimi canyon formati dal Rio Titione, si
trova in pessimo stato di conservazione per effetto delle numerose
incursioni dei tombaroli.
In Lontananza, immerso nella foresta di Sas Baddes si può scorgere il
Nuraghe Mereu, ma per raggiungerlo da questo punto bisogna inoltrarsi
all’interno della foresta, e quindi se non si è pratici dei luoghi è
meglio passare dalla parte opposta ovvero da Orgosolo.
Una variante al percorso sopra descritto è, una volta raggiunto l’inizio
della cresta rocciosa “S’Ischina ‘e s’Arraiga”, quella di scendere
nell’alveo dell’Orbisi attraverso la ripida pietraia che si trova alla
nostra destra.
Una volta discesi nell’alveo del fiume lo si segue fino a Sa Giuntura e da
qui si prosegue ricollegandosi al percorso già descritto.
Questa variante è molto più difficoltosa in quanto ci si trova a dover
superare dei grossi massi e laghetti che sbarrano il passaggio, ma
sicuramente è molto più spettacolare.
Da tener presente che quest’ultimo percorso è agibile solamente quando il
Rio Orbisi è in secca o comunque con una quantità molto limitata di acqua. |